Dieci anni con un cuore artificiale: Giuseppe, il primo paziente siciliano a raggiungere questo traguardo

Una storia di coraggio, tecnologia e umanità: Giuseppe è il primo paziente siciliano a vivere dieci anni grazie a un cuore artificiale. Nel 2015, presso IRCCS ISMETT, l’équipe guidata dal dr Michele Pilato, direttore del Centro Cuore, e dal dr Sergio Sciacca, responsabile del programma di trapianto di cuore e cuore artificiale, gli ha salvato la vita, impiantando un Sistema Ventricolare Sinistro (VAD) di terza generazione.

“Si tratta di un evento eccezionale – sottolinea il dr Sciacca – il nostro paziente ha affrontato e superato sfide importanti in questi dieci anni e oggi vive una vita piena con la sua famiglia”. Questo risultato è straordinario perché i dispositivi di terza generazione, come quello impiantato a Giuseppe, erano progettati principalmente come ponte al trapianto, non per durare così a lungo. Secondo i dati europei, solo il 10% dei pazienti con VAD di terza generazione raggiunge i dieci anni di sopravvivenza. Questo traguardo è stato possibile grazie a un team VAD dedicato e all’esperienza maturata in ISMETT, uno dei centri più attivi in questo settore.

I VAD di terza generazione sono pompe che utilizzano la tecnologia idromagnetica, flusso continuo e driveline esterna per alimentazione, mentre le apparecchiature di quarta generazione, attualmente in fase di diffusione clinica, sono a levitazione magnetica più compatte, riducono nettamente il rischio di complicanze e migliorando la qualità di vita. “Speriamo che, grazie ai nuovi dispositivi, questo traguardo diventi sempre più raggiungibile per altri pazienti” aggiunge il dr Sciacca.

“Grazie a questo aiuto sono ancora qui – racconta commosso Giuseppe – senza, non ce l’avrei fatta. Ho avuto problemi, ma ho vissuto la mia vita con la mia famiglia”. Per festeggiare il decennale, il personale di ISMETT ha organizzato una festa a sorpresa con targa ricordo, torta e festoni. “Non mi aspettavo nulla del genere. Avevo portato una torta per ringraziare chi mi ha seguito, ma non pensavo di essere il protagonista. È stato un gesto bellissimo e inaspettato”. Un traguardo che racconta il futuro della medicina: tecnologia, competenza e cuore.