Tumore del fegato: così si cura in ISMETT

Pubblicato il: 02 Febbraio 2022

In occasione della giornata mondiale contro il cancro, che si svolge il 4 febbraio, parliamo di tumore al fegato con il professore Salvatore Gruttadauria, direttore del Dipartimento per la Cura e lo Studio delle Patologie Addominali IRCCS-ISMETT ed UPMC Italy.

Professor Gruttadauria, ISMETT da molti anni opera nel campo del trattamento dei tumori del fegato, con quali risultati?

Nel solo 2021 abbiamo eseguito su pazienti adulti 120 interventi di resezione epatica, 82 trapianti di fegato e 50 altre procedure chirurgiche dirette al fegato come per esempio termoablazioni laparoscopiche: questo vuol dire che in tutto abbiamo trattato chirurgicamente circa 250 pazienti in questo settore. E’ un numero molto rilevante. Ma ancora più rilevante è che le complicanze dovute a questi interventi, in termini sia di mortalità che di complicanze post operatorie, sono molto basse nel nostro istituto. L’Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) ha recentemente fornito i dati sulla sopravvivenza dopo l’intervento per il triennio 2017-19 e il nostro Istituto ha ottenuto ottimi risultati. L’ISMETT rappresenta senz’altro un’eccellenza nazionale per la cura dei tumori del fegato. Il nostro punto di forza è che possiamo mettere a disposizione dei pazienti tutto l’armamentario delle opzioni terapeutiche: dalla chirurgia resettiva tradizionale, alla chirurgia resettiva miniinvasiva laparoscopica, al trapianto di fegato. Inoltre, grazie all’utilizzo delle macchine da perfusione, siamo in grado di ricondizionare fegati che altrimenti non sarebbero utilizzabili e renderli adatti al trapianto.

professore Salvatore Gruttadauria

Prof. Salvatore Gruttadauria Direttore Chirurgia Addominale ISMETT – UPMC IT

Di cosa parliamo esattamente quando parliamo di tumore del fegato?

Con questo termine ci riferiamo a tumori diversi tra loro, alcuni di essi possono avere origine direttamente nel fegato, i cosiddetti tumori primitivi, altri si sviluppano in un altro organo del corpo e raggiungono in un secondo momento il fegato attraverso le metastasi, i cosiddetti tumori secondari o metastatici. Ricordiamo che il fegato, insieme ai polmoni e ai linfonodi, è la sede più frequentemente interessata allo sviluppo di metastasi. All’interno dei tumori primitivi del fegato troviamo l’epatocarcinoma e il colangiocarcinoma, entrambi molto frequenti nel bacino del Mediterraneo e in particolare in Italia. L’epatocarcinoma è il più diffuso e nell’80-90% dei casi è associato a una malattia cronica del fegato, che può essere dovuta a una infezione, ad esempio l’epatite B o C, oppure a una malattia metabolica, ad esempio obesità associata a diabete. Negli ultimi anni è quest’ultima condizione quella che vediamo più frequentemente.

Come vengono trattati i tumori del fegato?

La cura dei tumori del fegato è sostanzialmente chirurgica perché le altre terapie hanno un ruolo solo palliativo e può consistere in una resezione epatica oppure nel trapianto. La resezione epatica è l’asportazione della parte del fegato contenente il tumore. Prerequisito fondamentale per questo intervento è che la parte residua di fegato, dopo l’asportazione della parte malata, sia adeguata a sostenere la vita, ovvero che sia in grado di sostenere le capacità metaboliche dell’organismo. Questa valutazione è importante perché la gran parte dei tumori del fegato insorge su fegati non sani o perché hanno una malattia cronica preesistente oppure, come nel caso dei tumori secondari, perché danneggiati dalla chemioterapia.

Quali sono le novità rispetto al passato?

Per quanto riguarda la resezione, la novità principale degli ultimi anni è la chirurgia mininvasiva, come la chirurgia laparoscopica. Questa tecnica – che opera praticando piccole incisioni e utilizzando telecamere ad alta definizione – permette di eseguire una eventuale seconda resezione con maggiore facilità perché non dà luogo alle aderenze postchirurgiche. Permette, inoltre, di andare incontro anche a una nuova esigenza: asportare parti più piccole di fegato, mettendosi in grado di ritrattare il paziente nel futuro nel caso il tumore dovesse ripresentarsi.  Per il trapianto, la novità principale consiste nelle nuove indicazioni emergenti. Fino a un recente passato, il colangiocarcinoma o le metastasi epatiche da tumore colon-rettale non venivano trattate con il trapianto, ma solo con le resezioni. Oggi alcune persone con queste patologie che non possono accedere all’intervento di chirurgia (la resezione rimane sempre la prima scelta), dopo terapie chemioterapiche possono essere inserite in liste di protocolli sperimentali per il trapianto. E’ un’arma in più di cui disporre.

Qual è il punto di forza di ISMETT?

Offrire a chi ha un tumore del fegato un ventaglio di opzioni a 360 gradi: dalla resezione epatica al trapianto di fegato, a terapie che possono integrare la chirurgia, come la termoablazione delle lesioni attraverso l’utilizzo delle microonde, oppure i trattamenti intra arteriosi. Il nostro centro ha la possibilità di avere in un approccio multidisciplinare cui oggi si aggiunge anche la figura dell’oncologo medico. Quello che sta cambiando è il concetto di questa malattia: una malattia che si può ripresentare dopo un trattamento, ma che può avere diverse terapie di richiamo e che può essere affrontata, a seconda dello stadio, con diversi presidi che integrano la chirurgia e che, presi tutti insieme, possono rappresentare la cura e migliorare la sopravvivenza. Noi ci prepariamo per questo cambiamento.